Molte sono le pagine che Schubert ha dedicato al particolare repertorio (oggi desueto, ma nel primo’800 assai alla moda) del pianoforte a quattro mani, raggiungendo vertici di bellezza e perfezione pressoché insuperati.
Questa incisione Decca ci propone un’antologia delle sue migliori opere per questo interessante organico cameristico che coprono gran parte anche del suo sviluppo compositivo.
Ma soprattutto questo cd ci fa conoscere “da vicino” due pianisti italiani che sanno interpretare con assoluta introspezione e liricità la temperie tastieristica schubertina: Marco Schiavo e Sergio Marchegiani.
Da loro la musica ci viene distillata con fragrante brillantezza pressoché incontaminata nella sua specifica costruzione armonica, oltre che nella sua peculiare dimensione stilistica.
A partire dall’iniziale Allegro moderato e Andante D. 966 colto in tutta la sua giovanile irruenza, proseguendo poi con i 4 Länder D. 814 precisi nella loro scansione ritmica e trasparenti nella loro trama nostalgica; così come scintillano dorate nella loro raffinata semplicità le Deutscher Tanz con 2 Trios e 2 Länder D. 618 al pari della precisione virtuosistica della Introduzione e Variazioni op. postuma 82 n. 2 D. 968 A.
Altrettanto equilibrate nei fraseggi e compatte nell’esuberanza dei dialoghi le 8 Variazioni su un canto francese in mi minore op. 10 D. 624, per concludere all’insegna di un pianismo totale e d’alta scuola con la celebre Fantasia in fa minore opera postuma 103 D. 940, capolavoro ineguagliabile per il pianoforte a quattro mani che Schiavo e Marchegiani ci fanno gustare nella sua più essenziale e pregnante intelaiatura romantica.
Antonio Brena – “Amadeus” dicembre 2014